SIMBOLI E MITI
Traduzione di
Prefazione di
1996
PREFAZIONE
Come una sfinge, Il Silenzio degli Innocenti si � imposto, quale antropofago, alla stragrande maggioranza dei critici che si sono impegnati a decifrarne gli enigmi. Molti, frettolosi e superficiali, hanno evitato la sfida. Hanno preferito scartare il film come se si trattasse solo di un thriller carico di tensioni ed efficace un adattamento criterioso e solido dellomonimo romanzo di Thomas Harris senza la trascendenza che alcuni esegeti si ostinavano a vedere al di l� della sua apparenza "hollywoodiana". Cos�, con questatteggiamento evasivo, si risparmiavano limbarazzo di non aver trovato risposte adeguate agli innumerevoli misteri latenti nel capolavoro di Jonathan Demme. Ma altri critici, irresistibilmente affascinati dal lussurreggiante simbolismo del film, hanno deciso di esaminarlo pi� profondamente, cercando di andare oltre le apparenze formali del primo impatto. Ma chi ha rivelato le qualit� immanenti e trascendenti del film in tutti i loro aspetti non sono stati i critici cinematografici, ma gli studiosi dei miti e dei simboli. Uno di essi, Olavo de Carvalho, ne � in modo particolare, riuscito ad elucidare le metafore, le realt� archetipe e le suggestioni esoteriche di The silence of the Lambs. Nelle conferenze tenute presso la scuola Astroscientia in occasione della presentazione del film, il suo insight ha interpretato sotto nuovi punti di vista non solo la narrativa e il suo significato, ma anche la rappresentazione e le immagini "costruite" dal regista nordamericano. Da questanalisi, affascinante e oso dire definitiva, emerge la visione di unopera densa e profonda, esoterica ed iniziatica, unica nellambito del cinema americano degli ultimi tempi. In Europa, il russo Andrei Tarkovsky ( Andrei Rublev, Solaris, Stalker ), il francese Robert Bresson ( Pickpocket, Lancelot du Lac, Le Proc�s de Jeanne DArc ), litaliano Ermanno Olmi ( LAlbero degli Zoccoli ), il greco Theo Angelopoulos ( Passaggio attraverso la Nebbia, Il Viaggio dei Commedianti ) e perch� no? il polacco Andrzej Zulawski ( La Terza Parte della Notte ), scrutanono gi� da molto tempo, nei loro film, i tormenti intimi, i dolorosi processi della "conoscenza del dolore", le vicissitudini di chi passa dal crollo alla redenzione. Olavo de Carvalho da un lato, dimostra di possedere un interesse per le arti simboliche, per il mondo dellinvisibile, e dallaltro, dimostra una profonda comprensione dei mezzi usati dallideatore, per poter fare della sua opera un film classico e moderno allo stesso tempo. Con molta chiarezza, senza unerudizione libresca, ma con un notevole dominio delle fonti su cui si basa, Olavo de Carvalho porta la sua interpretazione riguardo la simbologia di The Silence of the Lambs a dei livelli raffinatissimi. Per come lo vede lui, il lavoro di Jonathan Demme � stato ideato e gestito in modo da rattificare la traiettoria iniziale dei personaggi ( in particolare i protagonisti centrali dellintreccio, lastuto e cannibalesco Dott. Hannibal Lecter, lesitante detective Clarice Starling, il misterioso capo dellFBI Jack Crawford e lallucinato serial killer Jame Gumb ). E ancora: Demme, secondo lanalisi di Olavo de Carvalho, voleva innanzitutto fare del suo film "un apologo sul conflitto tra lintelligenza umana e lastuzia diabolica" un apologo sul tragitto delliniziazione autoconoscitiva. Diderot asseriva che "tutta la vera poesia � emblematica". Se cos� �, si pu� dire che Il Silenzio degli Innocenti contiene poeticamente, in ogni immagine, tutti gli emblemi della ricerca dellindividuazione, della rivelazione, della verit�. Attraverso il tragitto di Clarice Starling, Jonathan Demme evoca litinerario dei cavalieri medievali alla ricerca del Santo Graal, di tutti i mistici nel confrontare le tentazioni del Mondo e del Diavolo. Nel suo testo, come se si trovasse in un cosmoprocesso estetico e spirituale, Olavo de Carvalho ridimensiona le angoscie e le perplessit� della figura di Clarice Starling, per poterci far capir meglio i suoi gesti, i suoi atteggiamenti. E, come se fosse davanti ad una lente dingrandimento, ( ri )configura ogni piano: ogni sequenza de Il Silenzio degli Innocenti per poterci infine, dare un nuovo film. Presumo addirittura per il suo autore.
Jos� Carlos Monteiro Radio Jornal do Brasil
NOTA PREVIA
Questo libro trascrive senza alterazioni tranne che per i particolari di stile la dispensa distribuita ai fruitori delle tre conferenze che, sotto il titolo "Interpretazione Simbolica del Film Il Silenzio degli Innocenti", ho pronunciato alla scuola Astroscientia, di Rio de Janeiro, nel luglio 1991, quando il film era ancora in prima visione. Alcune copie sono state anche distribuite a persone dellambiente del cinema e della stampa; ma circostanze fortuite ed avverse hanno impedito che si fosse fatta allora una regolare edizione, la quale ora � possibile grazie alla generosa collaborazione di Stella Caymmi e Ana Maria Santos Peixoto. Avendo vinto il film cinque Oscar nellaprile 1992, mi pare ora il momento buono per rimetterlo in discussione, cercando, per la seconda volta, di andare un po oltre i soliti commenti banali ( quando non francamente erronei ) che sono stati lunica reazione della critica nazionale quando c� stata la sua proiezione. Questo libro appartiene ad un genere anacronistico e sicuramente susciter� una certa perplessit� da parte di un pubblico abituato a ricevere, sotto linvolucro di "critica del cinema", ci� che � in effetti assolutamente differente. � che diciotenne due decenni e mezzo fa, e in un altro Brasile non era peccato scrivere dei lunghi saggi su di un film; non era peccato pensare, investigare, tentare di approfondirne il senso. Saggi come questo erano pubblicati sulla stampa in ogni momento, e noi, giovani aficionados, appena terminava lo spettacolo correvamo alla ricerca delle parole sagge di Almeida Salles, di Paulo Em�lio, di Guido Logger, di Alex Vianny e di tutti coloro che si dedicavano al mestiere di aiutarci a comprendere larte del cinema; mestiere che oggi come oggi soffre dello stigma e della riprovazione comune, tranne che quando esercitato discretamente dentro il ghetto universitario. Le pagine critiche dei giornali hanno unaltra finalit�, e pensare in pubblico � diventato indecente. Mi dispiace ferire la decenza popolare: � che, decisamente, appartengo ad unaltra epoca.
Olavo de Carvalho
SIMBOLI E MITI NEL FILM
Il Silenzio degli Innocenti ( "The Silence of the Lambs" ) � ben pi� di un thriller abilmente realizzato o del dramma della passioneche la critica brasiliana vi ha scorto. Se colpisce cos� profondamente la platea, non � solo per il fascino macabro del tema, per la destrezza quasi allucinante della direzione o per le interpretazioni toccanti di Anthony Hopkins e di Jodie Foster, quanto per il simbolismo profondo della sua favola. Anche se la coscienza dello spettatore non se ne accorger�, questo simbolismo non pu� fare a meno di colpirlo nellintimo della sua condizione umana, per la forza di un linguaggio universale. Questo raggiungimento simbolico eleva il film di Jonathan Demme alla categoria del grande capolavoro. Come ogni grande opera darte, questo film fa scatenare delle sensazioni che vanno oltre al mero godimento estetico immediato, e riecheggiano in benefici psicologici di grande portata. Mai, da "M: il mostro di Dusseldorf" di Fritz Lang, o "Vergogna", di Ingmar Bergman, il cinema � stato cos� vicino a realizzare una percezione come quella della tragedia greca, che, secondo le parole di Aristotele, era quella di ispirare "terrore e piet�" o pi� precisamente, la piet� mediante il terrore: purificare luomo e renderlo incline al bene mediante la visione dellAssurdo e del male inerenti allordine cosmico. Tuttavia, per poter sfruttare pienamente i benefici che questopera ci porta, bisogna andare allora al puro impatto estetico iniziale e approfondire una coscienza intellettuale del suo significato. Linsegnante che addita e avverte, mentre fa girare lattenzione dello spettatore verso i punti significativi e le strutture profonde, prolunga cos� e potenzia il lavoro dellartista, al tempo stesso nel quale apre i canali per un incontro con lanima del pubblico. Questo sarebbe, a rigore, il compito della critica. Non riesco a concepire il critico militante se non come una specie di educatore, nella linea proposta da Mathew Arnold. Non c� da stupirsi, pertanto, che molto spesso io mi rissenta ( disilluda ) con la critica nazionale, cinematografica, letteraria o teatrale che sia: questa si � ridotta alla mera notizia, allapprezzamento secondo schemi tecnico-industriali o allespressione di sentimenti personali. Queste tre modalit� di anti-educazione sono state grandemente praticate a proposito de Il silenzio degli Innocenti. Cos� si � persa una grande opportunit�. Nelle pagine che seguono, faccio quello che posso per rimediare a questa carenza. Inizio con un esempio. Larticolo di M�rcia Cezimbra ( Quaderno Id�ias del Jornal do Brasil, 2 giugno 1991 ) mette i lettori su una falsa pista, con la quale non si arriver� mai a capire il film. Ma lo sbaglio deve esser passato inosservato, giacch� molti spettatori, che ho interpellato, hanno recepito la storia esattamente come lei: una favola del desiderio, il dramma della passione occulta tra uno psicopata antropofago e una bella agente dellFBI. Questa interpretazione � stata accettata da quasi tutti i critici. Io non avrei il coraggio di oppormi a tanta rispettabile unanimit�, se essa non fosse in contraddizione anche con le opinioni dei due attori principali, espresse in interviste che o non sono state lette o non sono state prese in considerazione in Brasile. Hopkins dice che il Dott. Lecter il supposto oggetto dei desideri delleroina Clarice Starling � veramente il demone. Non � un demone, ma il Demone, nome proprio. E Jodie afferma che Clarice � una vera eroina come non c� mai stata al cinema, perch�, nel quadro di un dramma mitologico, lei deve "lottare contro i demoni e conoscere se stessa". Ed � stata proprio questa anche la mia interpretazione riguardo al film: la lotta di uneroina socratica per dissotterrare la verit� dal profondo delle tenebre, della menzogna, della follia. Jodie ha ragione nel dire che uneroina di questa portata al cinema non c� mai stata ( con ununica possibile eccezione, lo osservo, di Giovanna DArco di Robert Bresson ). Ma raggazzine affascinate da mostri sexy sono una cosa banale che possiamo vedere ogni settimana nei serials televisivi, calcati in King Kong e La Bella e la Bestia. Se Jodie e Hopkins hanno ragione, allora i critici brasiliani si sono profondamente sbagliati. Il motivo di non aver centrato il bersaglio, � in certi tic mentali che si sono introdotti a modepidemia tra gli intellettuali brasiliani, e che fanno scorgere il tutto attraverso una linea obliqua pre-fabbricata. In Brasile le parole "desiderio" e "passione" in questi ultimi anni sono diventate chiavi universali, applicabili a destra e a manca per spiegare il tutto. � anche un fenomeno locale londa di nietzschianesimo militante, che non riesce a far scorgere qualcosa di buono che sotto forma di un male almeno apparente e che riscontra in ogni affermazione esplicita di valori positivi un sintomo di ipocrisia o di falsa coscienza. Da questo punto di vista, tutto al mondo � simulazione e auto-inganno: tolti i veli della finzione, viene a galla lunica vera realt�, la quale, in tutti i casi e circostanze, consiste sempre e solamente in "passione" e "desiderio", con dei tocchi di machiavellismo indossato come naturale e sano a titolo di "sincerit�". Lermeneutica da ci� risultante e che i suoi cultori applicano indistintamente a sintomi psicopatologici, a manifestazioni dellarte e del pensiero, a istituzioni e costumi, insomma, a tutto, meno che alle proprie idee � rigida, meccanica, e ripetitiva fino alla demenza. Non occorre dire che la tendenza a veder le cose da questottica maliziosa � un fenomeno sociologico brasiliano, facilmente spiegabile, data la delusione dei nostri intellettuali per la democrazia tanto duramente conquistata e tanto velocemente guastata. Visto da questa ermeneutica, il Sole � mosso dalle ombre e, evidentemente, il polo attivo della trama de Il Silenzio degli Innocenti non pu� che essere il Dott. Lecter. Logicamente: lui � il cattivo, dunque devessere il buono. Il demone intelligente esercita un fascino sullintellettualit� sconfitta, che, vedendo la vittoria dei malvagi sul mondo, sogna di diventare come loro; e, ipnotizzata dal sorriso maligno del Dott. Lecter, attribuisce le stesse sensazioni a Clarice Starling, senza notare che, con ci�, non ne fa uninterpretazione ma una proiezione. Storie di smascheramenti di valori, dove il bene pu� apparire soltanto sulla forma inversa di una "sincerit�" del male esplicito, sono di moda in Brasile, per esempio nelle telenovelas. Sono tipiche di situazioni sociali dove una intellettualit� rifiutata e marginale si corrode in risentimenti: con quale sollievo e conforto il giovane genio vilipendiato riceve allora la notizia che Nietzsche valorizzava il risentimento come metodo ermeneutico, e che Freud vedeva nel sospetto lattegiamento interiore pi� propizio allinvestigatore psicologico! Avvelenare il mondo, nellespellere risentimenti e sospetti da tutti i pori, diviene allora la suprema forma di attivit� intellettuale, una modalit� superiore dello scibile scientifico. Questo � lo stato di spirito dominante nellintellettualit� brasiliana, almeno nella sua parte pi� rumorosa ( e apparentemente nessuno si rende conto che c� una contraddizione tra lo stimolare la malizia e pregare la moralit� pubblica ). Ma, nel cinema nordamericano, ci� che si scorge oggi � lesatto contrario: � una tendenza attuale affermare esplicitamente e letteralmente i valori positivi, come si nota per il successo avuto dal Ballare con i lupi: unapologia diretta e "ingenua" del bene e dellonest�. Non sarebbe pi� logico interpretare Il Silenzio degli Innocenti alla luce di questa tendenza dominante nel suo paese dorigine, che stringerlo per forza nella cornice delle preoccupazioni locali e momentanee degli intellettuali brasiliani? Detta in un altro modo: la mia ipotesi � quella che il direttore Jonathan Demme e il regista Ted Tally hanno voluto fare un apologo sulla lotta tra lintelligenza umana e lastuzia diabolica, infischiandosene della passione, del desiderio, Freud, Nietzsche e cos� via. Londa di Freud e Nietzsche negli USA � finita. Qui si cercano di forzare le situazioni per poter vedere le cose da questottica, e il risultato � quello di scorgere ci� che non esiste, e cos� si persuade il pubblico a credere che ci� esista. � certo che sussistono passione e desiderio nella storia de Il Silenzio degli Innocenti, ma sono l� come pretesti ( tra altri argomenti ) e non come fondamenti della forma e della struttura, che, in questo, come in qualsiasi altro film, sono la cosa pi� determinante. E certo pure che il Dott. Lecter � affascinante, soprattutto perch� � enigmatico e ambiguo. Ma tra dire che questo fascino � riuscito ad avviluppare Clarice nella rete della passione, ne corre abbastanza. � come la differenza che esiste tra possedere una pistola e commettere un omicidio. Il Dott. Lecter � affascinante, s�, ma Clarice � abbastanza scaltra. Gi� a partire dalla fase iniziale del loro duello di bramosie, il primo che abbassa gli occhi � Lecter, e non lei ( ho rivisto il film solo per togliermi questo dubbio ); lei continua a essergli superiore anche quando sfida Lecter a conoscere se stesso mentre lui se ne va, irritato; e infine lei non ne esce dal primo appuntamento senza ottenere almeno una parte di ci� che in effetti voleva. Gi� dal primo round lei vince su Lecter per tre a zero, non cedendo mai nulla. Lunico vantaggio che lei offre a Lecter � soltanto apparente; � uno stratagemma ideato da Jack Crawford per indurre Lecter a collaborare; e la restituzione dei disegni, alla fine, � solo un pretesto per poter ottenere da Lecter uninformazione in pi�. Appuntamento dopo appuntamento, lei diventa sempre pi� sicura di s�. ( "So che lui non mi cercher�", dice assicurandolo a una sua amica Ardelia Mapp, nel momento in cui tutta la platea suda per paura che Lecter faccia delleroina la sua cena ). E alla fine, sappiamo che Lecter, sebbene dissimulasse e borbottasse, aveva gi� dato a Clarice tutto il servizio. La ragazza � in gamba. Il personaggio Lecter � abbastanza vistoso, ma ci� non ci deve far equivocare il potere che ha in effetti nella trama. Infine, tutto ci� che accade ( salvo degli incidenti di percorso che non interferiscono per niente sul risultato finale desiderato, e cio�, sulla cattura di Buffalo Bill ), tutto � stato ideato previamente dal capo di Clarice, Jack Crawford. Egli sapeva che Lecter era isolato in cantina ed ansioso di avere un contatto con il mondo; che non vedeva una donna da otto anni, che era al corrente delle informazoni su Buffalo Bill; e che Clarice poteva ottenere da lui tutto ci� che voleva. Crawford � lunico che, fin dallinizio, percepisce tutto il quadro delle possibilit� e, con lingegnosit� di un demiurgo, mette in moto le ruote del destino. Lecter gi� lo conosce da lungo tempo, e lo teme ( al contrario degli altri nemici, che sdegna ). Lui sa che � tutto un piano di Crawford e, ancor prima che gli chiedano qualcosa ( in quanto Clarice stessa ancora ignorava lo schema ), � daccordo nello svolgere la sua parte. Lui cerca soltanto di ottenere con ci� un vantaggio collaterale, che consiste, non in mangiare Clarice ( in qualsiasi senso del termine ), ancor meno ad opporsi agli obiettivi di Crawford, ma s�, molto pi� modestamente, in avere unoccasione di squagliarsela. Crawford, come il patriarca Abramo della narrativa coranica o il San Bernardo della leggenda medievale, ha fatto lavorare il diavolo per lui, il male a servizio del bene. Lui ha qualcosa del mago Prospero, della Tempesta di Shakespeare, che manipola gli elementi cupi e, vincendo limprobabilit�, riesce a portare tutto ad un lieto fine con la vittoria del bene e della luce. Lecter, a sua volta, potrebbe definirsi come il Mefistofele di Goethe:
Un detto francese narra che il diavolo si fa carico delle pietre; perch� alfine, qualcuno deve pur fare la parte sporca del lavoro. Considerando che Lecter non crea delle difficolt� a Crawford, e che non attacca Clarice, e che tutti quelli che uccide nel film sono suoi persecutori, e non delle vittime innocenti come quelle di Buffalo Bill, il prezzo dei suoi servizi � addirittura modesto. Lecter leggeva nella mente degli altri, ma Crawford leggeva in quella di Lecter, laddove egli stesso non scorgeva proprio nulla. I nostri critici non si sono accorti che, dietro alla lotta Clarice-Lecter e Clarice-Bill, il duello a distanza tra i due psicologi � il vero motivo che struttura la trama, e dalla quale echeggia appena un antichissimo motivo delle narrative iniziatiche: il "duello dei maghi". Se Clarice non si lascia affascinare da Lecter, lui s� rimane affascinato da lei ( proprio come era stato pronosticato da Crawford ); e, sotto lapparrenza aspra di uno strizza-cervelli che prova a smascherarla e dominarla, in fondo � lui che la idealizza e la venera; sul suo tavolo, nella gabbia costruita per catturarlo al Foro della Contea di Shelby, uno dei disegni da lui fatti mostra Clarice, circondata da un alone luminoso, con un agnellino in grembo. � un icona. Avendo cercato di sondare la mente di Clarice, egli sa perfettamente ci� che ha trovato laggi�. Come potrebbe un vecchio demone esperto far riconoscere limmagine della Santa Vergine? Strappata dallocchio perspicace, lidentit� della professional woman ci� che appare dentro Clarice non � un fascio di banali desideri freudiani, � s� il pianto della Vergine davanti al sacrificio dellAgnello, che lei non pu� impedire. Bisogna esser ciechi per non scorgere nel film un riferimento evangelico cos� evidente. Ma la "brava Clarice", come la chiama Lecter, se � capace di riconoscere con tanta franchezza le debolezze umane che Lecter svela in lei, ignora invece lidentit� superiore che lui ne ha scorto dietro. Per questo lui pu� continuare a fingere di snobbarla e ingannarla, mentre di nascosto la venera e ne � schiavo. Anche il Diavolo � servo di Dio, sebbene ambiguo e recalcitrante: il vecchio ribelle cerca di salvare le apparenze. Lambiguit� di servire il Bene con la peggiore delle intenzioni � una delle tracce che definiscono il Belzeb�, e lei ne fa, tradizionalmente, un personaggio da farsa piuttosto che da tragedia. La letteratura universale non ha fatto a meno di sfruttare questo abbondantemente, da Marlowe a Goethe fino alla nostra letteratura popolare ( Peleja de Manuel Riach�o contra o Diabo -- "Lotta di Manuel Riach�o contro il Diavolo" ) e il teatro popolare di Ariano Suassuna ( Auto da Compadecida "Auto dellIndulgente"; A pena e a Lei "La Pena e la Legge" ). � da questa ambiguit� che proviene il fascino sottile che scorgiamo nel mostruoso Lecter; come ha ben osservato Anthony Hopkins in una sua intervista, "il diavolo ha il senso dellhumour": quando il terribile va oltre un certo limite, diventa buffo. � un ricercato pedantismo voler trovare ragioni psicanalitiche per poter spiegare lattrazione del Diavolo, quando si tratta soltanto di un topos ( un luogo-comune o uno schema ripetibile ) della letteratura narrativa universale, e che funziona sempre quando viene usato con arte. Clarice, dal canto suo, non si illude nei riguardi di Lecter. Quando un ragazzo dellascensore le chiede se lui � un vampiro lei gli risponde che "non esiste nome per ci� che lui �". Quello che non ha nome non ha essenza, il che � un modo di dire che non � nulla. Non � una coincidenza che questo discorso anticipi immediatamente la scena in cui Lecter raccomanda a Clarice dattenersi allessenziale, lasciando stare laccidentale. Secondo unantichissima teodicea, il male non � propriamente un essere, ma un certo effetto accidentale della confluenza inopportuna tra dei beni di diversa specie ( per esempio, � bene amare una donna ed � bene avere un amico ), ma pu� succedere di amare la moglie dellamico. Il male � un "ombra", non un "corpo". Studiando una setta satanica contemporanea, un autore informato paragona il male ad un totale di assenze, il quale d� origine a una forza di suzione che, non potendo sussistere in s� e per s�, si unisce e si appoggia al lato oscuro o mal conosciuto delle cose. Socrate e il vedantismo andavano oltre, decretando che lunico male � lignoranza. Il fascino per il potere maligno, il soggiacere dinanzi al male, vengono proprio da quelle zone dellanima che ci sono pi� sconosciute: vengono dallinconscio, deposito, secondo Freud, dei desideri e delle immagini rifiutate e temute dal conscio. Cercando di sfuggire allo sguardo malizioso che penetra le difese del conscio, la vittima impaurita si prostra davanti lavversario, nella speranza di ottenere la sua clemenza. � precisamente questo il lato che Clarice non offre a Lecter: quando lui tenta di smascherarla psicologicamente, lei non fugge, non si nasconde dietro a delle vane difese, n� cerca di intenerire lavversario per placare la durezza del suo sguardo penetrante; con una schietta franchezza, lei riconosce la veracit� dei sentimenti infantili che Lecter, discerne nel suo intimo: la trasparenza dei suoi moti e la ferma accettazione della verit� finiscono per trasmutare lo sguardo maligno di Lecter, facendo s� che alla fine la perspicacia dellavversario venga a favorirla. Con lintenzione di disarmarla, Lecter trova in fondo a lei la roccaforte invincibile del retto intento. Ed il diavolo, che sdegna chi lo adora, si arrende con ammirazione dinanzi alleroina che ama la verit�. Nella sua lezione di Logica sullessenza e laccidentale, Lecter cita Marco Aurelio. Limperatore romano � stato uno dei grandi filosofi dello stoicismo, scuola che pregava labstine et sustine: non attaccamento e fermezza. Non � questo lunico riferimento stoico, nel film. Fin dallinizio Clarice appare ad allenarsi in un bosco nel retro bottega della sede dellFBI a Quantico. Allingresso del bosco, tre cartelli di legno inchiodati sugli alberi esortano il poliziotto principiante a sopportare il dolore, lagonia e la sofferenza. Un quarto cartello aggiunge al messaggio stoico il comandamento cristiano: Ama. Due gocce di stoicismo in un solo film sono sufficienti per richiamare la nostra attenzione. Nel caso in cui il Dott. Hannibal Lecter non sia un intellettuale brasiliano che cita senza leggere, varr� la pena dare unocchiata a questo Marco Aurelio. La mescolanza di comandamenti stoici e cristiani non � strana. Fin dallantichit� i filosofi cristiani si sono accorti del valore delletica stoica e hanno cercato di assorbirla nel Cristianesimo. Marco Aurelio diceva, per esempio, che laspirante saggio non deve fuggire al male, ma abituarsi a guardarlo in faccia per poterlo neutralizzare, restando cos� immune al suo fascino. Dallaltro lato della sua aphateia ( assenza di emozioni ), il saggio ormai fatto, potr� allora rimuovere il male con la forza del suo sguardo obiettivo e sereno, che chiama le cose coi suoi veri nomi, senza nulla aggiungere e toglierne ( � la "semplicit�" intellettuale, citata da Lecter ). Ma, in fondo allaphateia, il saggio deve sempre serbare un atteggiamento di "clemenza comprensiva", una specie di bont� o compassione intellettuale, non emotiva. Consiste nellesser aperti alla comprensione del tutto, anche di ci� che � ripugnante, ma senza lasciarsi influenzare emozionalmente. Aphateia e "clemenza comprensiva", sono appunto i termini pi� adeguati a descrivere latteggiamento di Clarice davanti a Hannibal Lecter; lei non lo odia, non lo teme, non lo ama, non lo sdegna; lei lo osserva e lascolta, senza chiudersi n� lasciarsi soggiogare. Ella sostiene fermamente ( sustine et abstine ) la sua posizione dinanzi a Lecter, senza allontanarsi di un sol millimetro dalla clemenza comprensiva, da un lato, e, dallaltro, dalla fedelt� al dovere. Il che fa equilibrare i due piatti della bilancia stoica, in fondo, � la compassione per le vittime di Buffalo Bill: gli agnelli che lei desidera salvare. Clarice personifica la sintesi di stoicismo e cristianesimo annunciata dai cartelli nel bosco.
Alcuni filosofi cristiani hanno rimproverato allo stoicismo il carattere meramente passivo e reattivo della sua etica: esso enfatizzerebbe troppo la pazienza, la resistenza, lastinenza, e meno il sacrificio attivo e la lotta per il Bene. Le virt� stoiche sarebbero, insomma, esclusivamente "femminili", senza il segno virile del Cristo-Re. Un vero stoicismo cristiano, per poter esistere, dovrebbe iniettare qualche istamina nel vecchio e stanco Marco Aurelio. Ma il cristianesimo non disprezza, in quanto tali, le virt� "femminili". La sua epitome, nella visione cristiana,� appunto la Santa Vergine. Ella non "fa" propriamente nulla in tutta la narrativa evangelica. Obbedisce soltanto, patisce, aspetta, e piange dinanzi allinevitabile. Anche Clarice soffre passivamente dinanzi alla impossibilit� di salvare gli agnellini seppure ce ne sia uno. Patisce anche, attonita come gli agnelli, dinanzi alla morte del padre. � da questo dolore inerme, per�, che nasce la vocazione della Clarice combattente, che affronta Lecter e spara a Buffalo Bill abbattendolo: cos� come dalla Vergine "passiva" nasce il Cristo, prototipo del sacrificio attivo, e cos� come dal pianto "inutile" della madre ai piedi della croce nasce linnumerevole folla dei fedeli. Lantichissima liturgia ripete il ciclo, laddove dalla Chiesa che patisce nasce la Chiesa che combatte, e da questa la Chiesa che trionfa. La stessa dialettica del passivo e dellattivo come forze che nascono una dallaltra si ripete nel personaggio complementare di Clarice, Jack Crawford. Ma, in pratica, lui non partecipa direttamente allazione. Il suo unico tentativo di interferenza personale ( quando invade la casa di Buffalo Bill a Calumet City ) � uno sbaglio di cui si pente: avrebbe dovuto lasciare tutto in mano a Clarice, come sembrava fosse il suo intuito iniziale. Ma anche i guru falliscono, almeno nella narrativa iniziatica, poich� l� loro rappresentano lo Spirito, e non lo sono veramente, ci� che anzi d� la misura delle differenze tra questo genere narrativo e le epopee sacre e mitologiche che ne costituiscono il modello.
Qui devo spiegarmi pi� accuratamente. Epopee sacre e mitologiche sono quei poemi narrativi che, per tutta una civilt�, hanno avuto il prestigio di possedere delle verit� rivelate; dalle quali provengono la cosmovisione, i valori, le leggi e i principi educativi che presiedono la vita di tutta la comunit� umana attraverso i tempi. Narrative iniziatiche: sono delle storie prodotte dopo, e che, senza usufruire di questa stessa autorit�, funzionano, per certi gruppi e individui, a mo` di insegnamento spirituale o religioso. Le narrative iniziatiche trattano di solito circa aspetti o parti delle epopee sacre, che esse prolungano, illustrano, commentano e specificano, adattando il fondo del messaggio spirituale alla mentalit� ed al linguaggio di una nuova epoca. Costituiscono, cos�, un rinvigorimento, un aggiornamento di certe potenzialit� spirituali, che rischierebbero di indebolirsi con il passare dei tempi ai cambiamenti del linguaggio, che possono rendere difficile la lettura e la comprensione diretta delle stesse epopee sacre. Cos�, per esempio, sono narrative iniziatiche la Divina Commedia di Dante, Il Flauto Magico di Mozart, il Faust di Goethe, la tragedia greca nella sua totalit�. I Lusiadi di Cam�es, La Regina delle Fate di Spenser, e, ai tempi nostri, Giuseppe e i suoi fratelli di Thomas Mann. Sono epopee sacre i poemi di Omero, il Baghavad-Gita, il Corano, Il Vecchio Testamento, i Vangeli, ecc. La differenza tra epopea sacra e narrativa iniziatica consiste fondamentalmente nel fatto che gli eroi della prima sono degli dei, semidei o, in un quadro monoteista stretto, aspetti di Dio o forze di origine divina. Gli eroi della narrativa iniziatica, senza avere dei poteri divini n� parlare diretamente in nome di Dio, sono degli esseri umani di stampo eccezionale, protetti o guidati da vicino da forze divine, la cui presenza ed attuazione mondana essi stessi rappresentano in modo pi� o meno sottile o indiretto. Sia per lepopea sacra, quanto che per la narrativa iniziatica i personaggi di maestri o guru rappresentano sempre lo Spirito divino, che conosce tutto in anticipo e dirige dallalto i passi di un discepolo, il quale personifica lAnima umana in via di spiritualizzarsi o divinizzarsi. Una netta differenza tra i due generi � che nellepopea sacra il maestro � lo Spirito divino in modo letterale ed integrale ( nellOdissea, Mente � Minerva dea della saggezza; nel Baghavad Gita Krishna � un aspetto di Brahma, ecc. ); nella narrativa iniziatica, invece, il personaggio del maestro � soltanto un essere umano pi� o meno legato da vicino ad un sapere divino; � un sacerdote, un mago, un saggio, e non un essere divino; per questo, nel guidare "divinamente" il discepolo, non � esente da errori umani. Per esempio, Merlin, nel Santo Graal, perde temporaneamente il sopravvento per Morgana La Fata; Sarastro � temporaneamente sconfitto dalla Regina della Notte, ecc. La narrativa iniziatica, sebbene possegga delle leggi strutturali che la definiscono, pu� essere innestata in una infinit� di diversi generi narrativi, nella letteratura novellistica, nel teatro, nella poesia epica o nel cinema. La sua struttura profonda � compatibile con i rivestimenti pi� vari, dal fantastico al "realista". Gli unici elementi indispensabili sono il maestro, il discepolo, lavversario, e le peripezie che purificano lanima del discepolo e gli rivelano una conoscenza. Lavversario pu� essere o una persona ( come nel Flauto Magico la Regina della Notte ) o una situazione avversa e diabolica che sfida lintelligenza delleroe o tenta la sua anima, come ne Il caso Maurizius di Jakob Wasserman. Anche il maestro pu� essere un personaggio in carne ed ossa ( come Sarastro ), unallusione mitologica ( Venere ne I Lusiadi ), o un semplice aspetto superiore dellanima del proprio discepolo ( il magico presentimento che guida Etzel Andergast nel romanzo di Wasserman ). Il punto che interessa, il criterio differenziale che ci assicura che siamo in presenza di una narrativa di questo genere, non � il contenuto materiale degli eventi, ma il rapporto tra le forze, insomma: la struttura della trama. Molte opere della letteratura, del cinema e del teatro si richiamano alluso dei simboli e di miti "esoterici", senza farne narrative iniziatiche. Al contrario, i simboli contenuti in una narrativa acquistano una perfetta funzionalit� estetica soltanto quando la struttura profonda dellopera� quella di una narrativa iniziatica; a parte questo, simboli e miti diventano dei meri orpelli pedanti. La struttura totale e i simbolismi particolari devono essere uniti e legati gli uni agli altri in una disposizione organica, riflettendo una delle principali leggi del linguaggio simbolico, che � quello della corrispondenza tra la parte e il tutto, il piccolo e il grande, il micro ed il macrocosmo. Solo artisti molto abili riescono ad ottenere questordine, per questo una buona parte dellarte "esoterica" in circolazione� da scartare.
Sia per la struttura sia per i simboli a cui si riferisce, o per la stretta ubbidienza al principio di corrispondenza, Il Silenzio degli Innocenti si rivela una narrativa iniziatica delle pi� perfette che il cinema ci abbia mai dato. In esso non esiste un unico riferimento simbolico o mitologico che non si inserisca con estrema adeguatezza e affiatamento alla struttura totale dellopera, facendo riflettere questinsieme sulla scala dei dettagli; e la struttura globale, a sua volta ha tutti gli elementi richiesti: il maestro, il discepolo, lavversario diabolico, le peripezie rivelatrici e purificatrici. In questo modo,� alquanto naturale che si trovi tra Clarice e Crawford, il rapporto Anima-Spirito, che Crawford sia in apparenza inattivo e in fondo attivo, che Clarice sia fedele allintuito di Crawford anche quando apparentemente gli disubbidisce, e che Crawford, infine, commetta uno sbaglio nel momento in cui questerrore sia gi� miracolosamente corretto dalla Provvidenza. Lanima, nella narrativa iniziatica, � passiva dinanzi allo Spirito, ma attiva dinanzi al mondo; essa lotta, ma con lo scopo di rimanere fedele allo Spirito in un mondo laddove le avversit�, tentazioni ed inganni minacciano di trascinarla lontano dalla sua vera vocazione. Che Jack Crawford, nel film, sia maestro o guru di Clarice, � fuori dubbio. Uno dei colleghi di lei lo cita letteralmente cos� ( "il tuo guru, al telefono" ). Sar� Lecter, poi, il guru di Buffalo Bill, limitazione diabolica dello Spirito che con tanta frequenza sorge anche nelle narrative iniziatiche? Lo vedremo in seguito. Per ora, ci� che � interessante notare � che Crawford, nelle funzioni di guru, mantiene un ruolo discreto di secondo piano, lontano dal centro dellazione fisica ( salvo che per un errore ), e che, alla fine, si ritira modestamente, lasciando alla discepola gli onori della festa. Cos� come il Sarastro di Mozart, che, alla fine de Il Flauto Magico, dopo aver articolato e diretto da lontano la lotta di Tamino per liberare Pamina, si dissolve in un alone di luce, lasciando ai discepoli il gaudio della vittoria. � anche topos, uno schema ripetibile. Ma come funziona! |
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